Lettera della psicologa Francesca Gatto
Cara F.,
Qualche tempo fa hai inviato una lettera a Cecilia, ponendole alcune domande sul desiderio e la motivazione che spingono una donna o una coppia ad avere un figlio: “Quale la vera motivazione che porta una madre e un padre a voler far entrare nel nostro mondo una nuova vita”.
Cecilia ha condiviso con me questo tuo contributo e ho pensato, in quanto psicologa e psicoterapeuta di proporti una mia lettura della “questione”.
Riflettendoci, il tuo quesito ne ha sollevati dentro di me molti altri: sono così arrivata a pensare che forse la mia unica risposta possibile sia quella di solleticarti con altre domande!
In fondo il mio lavoro consiste soprattutto nell’aprirsi ad altre prospettive veicolate appunto dalle domande…
Il mio è quindi solo un punto di vista, una lettura parziale sui motivi di una scelta, nata da qualcosa di molto personale, soggettivo e che non può essere spiegato in senso assoluto, poiché ognuno di noi ha una storia propria da cui non può prescindere.
E poi penso che non esista una vera e unica motivazione: “scegliere di avere un bambino” è la conclusione di un percorso, non per tutti così consapevole o chiaro al proprio interno: mi piace pensare che la nostra mente e il nostro corpo viaggino su una strada i cui semafori sono rappresentati dai nostri desideri, dalle nostre emozioni, dalle nostre paure, o dai traumi subiti. E per trauma non intendo solo un evento terribile, enorme o disastroso, ma anche piccoli eventi che nel tempo hanno fatto pensare di non essere in grado, di non farcela, di non essere degna.
Ecco che questi aspetti si mescolano e concorrono con l’orologio biologico del nostro corpo assolutamente soggettivo, a determinare la scelta o il desiderio. Anche una gravidanza inaspettata, a un qualche livello, può essere determinata da un nostro desiderio. Profondo, probabilmente inconscio, ma voluto.
Come e quando si arriva a decidere di avere un bambino?
Una possibile domanda potrebbe essere: in che modo arrivo a pensarci? In che modo è maturata dentro di me questa idea che poi si è trasformata in desiderio? Ci possono essere molti stimoli esterni che, in un momento particolare della nostra vita, attecchiscono più facilmente di altri. Magari quando anche il nostro corpo è sufficientemente maturo al punto da inviarci dei segnali. Oppure chi ruota intorno a noi comincia a farci delle domande; o le persone intorno a noi cominciano a fare figli.
E allora perché si affaccia nella nostra mente questa possibilità? Ecco che interviene la nostra storia di figli e di partner di una coppia. Che ruolo abbiamo nella coppia? Che figli siamo stati? Cosa si aspettano gli altri da noi? A volte il desiderio di un figlio può rappresentare l’affermazione di sé, l’emancipazione da una condizione di figlio. O, in altri casi è la risposta ad un vuoto profondo, rischiando di creare confusione tra il desiderio di un figlio e la mancanza interna, che però difficilmente potrà essere colmata da un’altra persona.
E con il partner che percorso ho fatto? Che progetto la coppia porta avanti? Quale il patto che tiene insieme la coppia?
Tutte le coppie stanno insieme con degli obiettivi, dei progetti più o meno espliciti. La coppia condivide un’idea, la concepisce e la porta avanti. Un desiderio comune che si chiama progetto. Per molte coppie il proprio progetto è una famiglia, dei bambini di cui prendersi cura e da far crescere per farli diventare uomini e donne.
Come vedi cara F. sono davvero innumerevoli le domande alla tua domanda. E non credo si possa neanche calcolare precisamente un momento giusto o sbagliato in cui questa scelta può essere fatta.
Certo, condizioni favorevoli fisiche, psicologiche, emotive ne sosterranno un buon processo e un buon corso, ma a volte, i motivi per cui si accede a questo desiderio non sempre sono così lineari.
Senz’altro buone dosi di serenità e di consapevolezza dei propri limiti, delle proprie fragilità e delle proprie risorse sono ingredienti fondamentali per prepararsi ad una maternità. Tutto questo potrà aiutare la coppia a viversi il concepimento, la gravidanza, e l’esperienza genitoriale come fasi della propria vita naturali, intense e uniche.
Spero, attraverso queste domande di averti aiutato a mettere un po’ più a fuoco quello che può essere un tuo soggettivo desiderio di una eventuale maternità.
Un caro saluto,
Dott.ssa Francesca Gatto
Psicologa e psicoterapeuta, socia fondatrice dell’associazione Ca’Maman, associazione attiva su diverse tematiche legate alla donna e alla femminilità e socia dell’associazione EMDR